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L’impatto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo negli ordinamenti interni

Venerdì 18 ottobre, alle ore 16:00 presso la Camera dei deputati a Palazzo Montecitorio (Sala Mappamondo), si è svolta la Conferenza internazionale L’impatto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo negli ordinamenti interni.

La Conferenza organizzata  dall’Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza, Dipartimento di Diritto e Società Digitale diretto da Mario Carta e  dall’Institut des droits de l’homme des avocats européens (IDHAE), organizzazione non governativa presieduta da Anton Giulio Lana, si è tenuta alla presenza degli Ambasciatori di Belgio, Germania, Austria e Grecia,  del Presidente del Tribunale dell’ Unione europea Marc Jaeger, diversi giudici italiani della Corte di Cassazione, della Corte dei Conti e della Corte di Appello  di Roma e numerosi avvocati provenienti da tutta  Europa.

Dai lavori e dalla lectio magistralis dell’ex Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, Guido Raimondi, è emersa l’esigenza di perfezionare i meccanismi di applicazione della Convenzione europea negli ordinamenti interni, pur nelle differenze esistenti tra i vari sistemi giuridici presi in considerazione dalle relazioni che si sono succedute. Per quanto riguarda l’ordinamento italiano nel suo intervento il prof. Mario Carta, ordinario di diritto dell’Unione europea, ha sottolineato il contributo che il diritto dell’ Unione europea può fornire nel  garantire il rispetto delle disposizioni CEDU a livello nazionale, rappresentando un modello al quale potrebbe     ispirarsi anche il sistema  CEDU, pur registrandosi sul punto un orientamento non sempre conforme tra la giurisprudenza della Corte Costituzionale e quella dei giudici  di merito e di legittimità italiani. 

Al termine della conferenza, la Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo Laura Boldrini, ha assegnato il Premio internazionale dei diritti umani “Ludovic Trarieux all’avvocata birmana Ywet Nu Aung, condannata nel 2022 a 15 anni di prigione per aver svolto la propria professione in supporto agli oppositori della giunta militare al potere.